Questa é proprio da raccontare!
Sul finire del 2009 mi trovavo in giro per l’Emilia in uno dei miei consueti giri visite. Era novembre se ricordo bene.
Pioveva ed io ero alla ricerca di un cliente che non visitavo da tempo in quel di Castellarano, provincia di Reggio Emilia.
Cerca e ricerca,ma nulla. Di questo cliente non trovavo manco l’ombra del salone. Complice il fatto che era di giovedì ed in quel giorno si svolgeva il mercato che rende di solito complicato girare, parcheggiare per piccoli paesini.
Bah, per farla breve di sto cliente nessuna traccia. Mi decido per cui ad andarmene per evitare di gettare altro tempo prezioso visto che era già circa un’oretta che mi sforzavo di ricordarmi dove diavolo fosse quella viuzza in salita che tanto bene mi ricordavo ma che non scorgevo da nessuna parte.
E dire che sta benedetta via dove questo cliente aveva il suo piccolo salone era una via adiacente alla piazza, ma in piazza c’era il mercato ed io non riuscivo a parcheggiare e ormai ero così tanto incazzato che mi era pure passata la voglia di chiedere a qualunque passante, tanto di solito ad andare bene ti dicono cose del tipo:
non sono di qui
sono di passaggio, non saprei scusi
mi pare che sia una via nuova, mai sentita sa?
aspetti che chiedo al panettiere, mi aspetti che chiedo e torno
sono di fretta scusi
ostrega, non ricordo (grattata di capo inclusa..)
insomma avrete ben capito che avevo gli zebedei che roteavano a mille!
Detto fatto, giro l’auto e me esco dal paese quando rimembrando l’indirizzo che avevo in nota sulla mia lista contatti vedo che al numero 56 di via Radici Nord l’insegna cita Avantgarde a caratteri cubitali su sei vetrine, sei.
Inchiodo l’auto e torno indietro!
L ‘ho trovato!
Il tempo di parcheggiare l’auto e un dubbio atroce mi sorge. Ma come? Il salone era in salita e qui non siamo in salita, il salone era vicino alla piazza e qui sto uscendomene in pratica dal paese, il salone aveva una vetrina e qui invece ce ne sono sei!
Ma caz! Di colpo mi viene da ricontrollare la lista clienti per vedere se stavo bene, se ero in me, mi sentivo infatti stranito, tipo rimbambito come quando ti capita di vivere una cosa, un avvenimento che ti pare di avere già vissuto, avete capito no?
Ecco. Allora mi dico, aspetta Luca, calmati. Stai bene, fai solo un check della situazione.
Ricontrollo lista clienti, ma nulla. Il vuoto. Poi decido allora che la cosa migliore da fare sia quella di entrare e chiedere, male che vada mi cacceranno via. Prendo la mia fida valigetta Prada che si porta sulle spalle un bel vent’anni e più anni di lavoro tosto in giro per l’Italia e filo dentro.
Entro e sconquasso la quiete di un gran bel salone uscendomene con un:
scusate, io cerco Nicola!
Mezzo negozio si paralizza e mi guarda come se avessi le orecchie a punta e quattro gambe e tre braccia. Si guardano tra di loro tutti i lavoranti come sbigottiti dalla mia entrata ed io mi sento ancora più strano di prima. Cazzo un incubo mi dico!
Poi arriva a me come un angelo una ragazza anche lei un pochetto scettica di fronte alla mia entrata ed al mio essermene rimasto impalato lì, in mezzo al negozio come un idiota. Mi chiede gentilmente chi e cosa cerco e se può essermi di aiuto. Gli ripeto che cerco Nicola, semplicemente cerco Nicola. Gli faccio notare che sono certo che questo salone apparteneva almeno come nome a lui e che non si trova nella posizione che io ricordavo.
Ma sopratutto cerco con gli occhi Nicola, l’unico che può in quel momento stranissimo lanciarmi un’ancora di salvezza!
Ma come tuttta risposta ottengo che nessun Nicola lavora all’interno del salone.
Sono smarrito, davvero.
Ringrazio e sto per uscirmene quando un’altra ragazza dolcissima mi chiede:
scusi ma lei non vendeva mica per caso forbici, forbici Matsuzaki?
Oh sia lodato il cielo, sì! Sì rispondo. Mi vien da urlare dalla gioia anche se non vedo Nicola, chissenefrega! In qualche modo tutto questo mi riporta con i piedi per terra, mi allontana da quel mezzo incubo forse dovuto alla cattiva digestione di una premiata pizza divorata di fretta e furia la sera prima e mai digerita durante la notte, mah. Fatto sta che dopo un’ora che cercavo il salone, dopo che sono entrato quasi senza nemmeno presentarmi, finalmente rinsavisco.
Rispondo affermativamente e in sincrono tutti i ragazzi e ragazze impegnati a lavorare mi sorridono, mi riconoscono, ma io non riconosco loro!
Mi mancano ancora due tasselli per riportare la mia mente alla normalità.
Il primo che fine ha fatto Nicola, il secondo come mi hanno ricosciuto.
Faccio le debite domande alle quali finalmente ottengo risposta.
Tutti i ragazzi e ragazze del salone lavoravano anni orsono per Nicola ma non qui a Castellarano ma bensì a Casalgrande in un salone completamente ed ovviamente diverso, ma che mano a mano che ne parlavano mi riaffiorava alla mente si. I loro volti sinceramente no invece, ma mi sa che erano davvero passati moltissimi anni da quando feci loro visita. Di Nicola pure mi diedero una spiegazione, la prima che Nicola mai e poi mai aveva avuto negozio qui a Castellarano, la seconda é che loro si erano già da tempo sciolti dalla società che li legava a lui ed il nome Avantgarde era di loro proprietà.
Ora tutto mi era chiaro, all’improvviso rividi in modo limpido davanti ai miei occhi la lista clienti e con questa l’errore macroscopico fatto. Avevo in modo inopinato confuso Castellarano con Casalgrande non so ancora per quale motivo essendo i due paesi ad una distanza di dieci chilometri, ma tant’é ormai era fatta.
Non mi rimaneva che salutare e scusarmi per il disturbo ma prima di uscire dissi loro che se avevano bisogno di forbici di qualità avrei lasciato un catalogo di bmac . Al solo aver udito bmac una delle due ragazze mi disse:
ma per caso sono le forbici che usa Aldo Coppola? le forbici Killer per capirci?
Tra il felice ed il compiaciuto risposi di si.
Mostrai loro il catalogo e la fotografia della famosa forbice Killer ovvero la Ratio 4717 della collezione bmac.
Non contento gliela mostrai ovviamente dal vivo estraendola dal mio fido campionario alloggiato nella mia fida borsa nera di pelle vissutissima, ormai tendente al grigio scuro.
Gli chiesi se la conoscessero e loro mi risposero affermativamente ed anzi mi chiesero se potevo passare in un secondo momento che erano interessati ad una valutazione per l’acquisto di qualche pezzo in quanto le loro vecchie Matsuzaki erano a fine carriera ed avevano sentito dire in giro che le mie bmac ormai superavano di gran lunga qualitativamente le forbici delle quali ero una volta esclusivista per l’Italia. Dissero altresì che le avevano viste usare in accademia da Aldo Coppola a Milano.
Ci lasciammo con l’idea di vederci sul gennaio del 2010.
Felice per avere ritrovato la mia sanità mentale e ancor di più per avere ritrovato pure dei vecchi clienti che oltremodo conoscevano e desideravano le nuove forbici ora da me vendute in esclusiva nazionale sperticandone lodi, mi diressi giù per la valle verso Reggio.
Il mese di gennaio del 2010 lo affrontai più che altro in Abruzzo, nelle Marche ed in Romagna, non ebbi dunque tempo di essere come invece avrei voluto e dovuto essere anche in Emilia. Dove invece arrivai nel mio giro visite del 9 febbraio e che si sarebbe protratto i soliti tre giorni, ovvero martedì, mercoledì e giovedì.
Il giorno dieci di febbraio ero dunque a Castellarano. Il giorno prima mi ero ben guardato dal mangiare la pizza famosa e pluripremiata al concorso di vattelapesca. Prevista neve, parecchia neve per quella settimana e per quella sera in particolare, faccio bene i conti che rischio parecchio essendo Castellarano locata in altura. Magari rimango dentro una nevicatona di quelle delle feste per cui meglio sbrigarsi e scendere velocemente a Reggio. Alle 15 sono fuori dal salone Avantgarde quando mi suona il cellulare, proprio mentre sto uscendo dall’auto e larghe falde di neve stanno imbiancando velocemente alberi, campi e strade! Impreco contro ogni cosa che mi passa per la mente, rispondo quasi seccato.
Sì, pronto?
si buongiorno, é il signor Masper?
si, sono io con chi parlo cortesemente?
ah bene, senta sono quella ragazza di Avantgarde quel negozio di Castellarano, si ricorda? venne da noi a novembre!
si certo che ricordo signorina, si ricordo bene, mi dica!
senta Sig. Masper, quando potrebbe passare da noi? avremmo bisogno di vederla per acquistare delle forbici bmac .
umhh..ehh..dunqueeee—mi lascia il tempo di guardare un secondo l’agenda signorina?
si certo, prego l’aspetto
senta signorina, lo so che ci dovevamo vedere a gennaio ma purtroppo ho avuto parecchie richieste e visite da fare e mi scuso per non essere venuto da voi. Ma vede anche questo mese mi sa che il nostro appuntamento salta, ho davvero un sacco di lavoro ma in Friuli e Veneto dunque ci dovremmo vedere su marzo, le va bene?
uhmmm, no Signor Masper non le posso dire che va bene, noi necessitiamo di vederla prima davvero!
ok, senta signorina, io la ringrazio per la sua telefonata intanto, vedo cosa riesco a fare in termini di tempi rapidi, ok?
va bene Sig Masper, mi faccia sapere, buongiorno
buongiorno a lei e grazie ancora per la sua telefonata, la aggiornerò quanto prima, a risentirci.
Ora vi direte che sono matto, ebbene un po si! Non so cosa mi prese in quel momento ma risposi proprio così. Non so deve essere qualcosa che mi piglia quando sono da quelle parti. Resta il fatto che mi ero divertito un mondo nel vedermi in pratica fuori dal salone e sentirmi suonare il cellulare ricevendo una richiesta di visita proprio da parte loro.
Tra le tante che mi sono capitate e ragione per la quale amo da morire questo lavoro e dunque questo blog, dove vi racconto quanto accadutomi in questi venti e passa quasi anni anni di venditore di forbici giapponesi di qualità per parrucchieri, questa era degna davvero di nota e perché no, anche di uno scherzetto simpatico!
Ora, senza nemmeno sforzarvi molto, cercate di immaginare le loro facce sorprese, una volta che sono entrato nel loro salone dopo nemmeno un minuto dalla loro gentile chiamata!
Inutile dire che anche loro hanno acquistato non una ma due forbici killer!
Ah, dimenticavo. Isabella e Gloria scusatemi ancora per quella telefonata…