Ogni volta che entravo in un salone mi dicevano: toh! il signore delle forbici!
All’inizio mai avrei pensato che un domani potesse diventare una costante, quasi quotidiana. Poi, ci ho fatto l abitudine sapete. Non mi suonava più così strano, così insolito sentirmi chiamare in questo modo; il signore delle forbici.
Ogni volta si ripeteva la stessa scena.
Io entravo in un salone, un salone come si diceva una volta in effetti, ora si usano altri appellativi, più moderni , meno classici ed in fondo meno romantici, ma dicevo che, ecco mi sono perso. Ci dovrete fare l’abitudine. Io di tanto in tanto salto di palo in frasca come si suol dire. Passo con facilità estrema da quello che stavo scrivendo o pensando, a tutt’altra cosa. Eh boh, io sono fatto così.
Comunque ricapitolando entravo in un salone. Ma che significa! Ma dai Luca!
Presentati come si deve, per favore.
D’accordo.
Io sono Luca, il signore delle forbici.
Sono..sono..sono…uno che entra nei saloni per parrucchieri, tutti i giorni,tutti i santi giorni dal 1993 ad oggi.
Dovete fare un piccolo sforzo di immaginazione adesso.
E non sara poi , immagino del tutto semplice.
In fondo sono un signore, delle forbici, ma sempre un signore, ed i signori hanno il loro tempo ed i loro modi, per la maggior parte delle volte garbati, ma pure un poco lunghi. In fondo qui si parla di tanti anni, di quasi due decenni, nei quali ho scritto la storia delle forbici per parrucchieri in Italia.
Infatti e qui la storia si infittisce, un giorno decisi che la mia vita sarebbe cambiata. Ma questa magari ve la racconto in un altro momento magari.Infatti dicevo, la mia vita cambiò, mettiamola così che viene più facile dai. Cambiò un giorno così, come si schioccano distrattamente le dita per strada, magari cantando un motivetto di quelli che ti rendono allegro di prima mattina. Ecco, la mia vità cambio così. In un attimo.
Non cambiò per volontà mia la mia vita, cambiò per una serie fortuita di circostanze.
Dovevo saperlo che di lunedì non si combina mai nulla di buono.
Quel lunedì, senza saperlo, quasi vent’anni or sono sarei diventato, volente o nolente, il signore delle forbici.
Mi trovavo a Milano, come ogni lunedì.
Dovevo fare acquisti come sempre da Mauro, Sabbadini Mauro. Ai tempi senza dubbi il più fornito punto di accessori per parrucchieri d’Italia. Mauro dovete sapere che é una persona mica come tante. Lui é un istrione, una persona speciale. Ogni lunedì mattina che mi recavo da Bergamo a Milano per fare acquisti era uno spasso vedere come intratteneva le persone. Anche questo era uno dei motivi che mi spingeva a vendere cose che acquistavo diciamo in “esclusiva ” per la mia città. In effeti così non era, Mauro non ne aveva affatto bisogno, ci mancherebbe, ma io mi ero ritagliato un ruolo tutto mio.
Mi ero, per l’occasione, fatto confezionare un baule di pelle, tipo quello che usano i maghi sul palcoscenico per capirci, dove poi riponevo in pratici scomparti i vari articoli, che spaziavano dai pettini, ai bigodini, a mille ammenniccoli per sposa, e mille e mille altre piccole cose preziose per il parrucchiere. In quel modo riuscivo a barcamenarmi ed a guadagnare qualche liretta agli inizi, salvo poi scoprire che in fondo ci avevo visto giusto e da qualche liretta nel giro di pochi mesi mi misi a guadagnare qualcosina di più, cosa non affatto sgradita. I parrucchieri avevano preso di buon grado la mia iniziativa e grazie all’intuito di Mauro che aveva sempre qualche novità, mi presentavo io stesso portatore di queste, riscuotendo un buon successo. Avvenne un giorno che mi chiesero non i solito articoli da qualche decina di migliaia o quando andava bene centinaia di migliaia di lire, ma bensì mi chiese una mia cliente che di nome fa Lorena, Lory per me, una forbice. Mica una forbice qualunque, una forbice che costava allora e parlo del 1994 la bellezza di 800 e passa mila lire! Io stesso guardando il catalogo(in baule mica ce l’avevo un oggetto del genere!) di Sabbadini, notai la pagina riguardante le forbici e scorsi dapprima il listino prezzi e poi una dicitura che per sempre mi rimase impressa nella memoria che recitava più o meno così: Matsuzaki, la più antica e prestigiosa casa di forbici artigianali giapponesi per parrucchieri. I prezzi, ripeto erano da capogiro se poi rapportati con la conccorrenza di allora, la proporzione era dieci se a volte quindici volte più alta della concorrenza che allora era perlopiù di origine tedesca e italiana, con il solo assolo delle forbici Yasaka che costavano ricordo piuttosto bene circa 300.000 lire. Sul momento non sapevo che di dire a Lorena, difatti lei mi chiese di averne un paio ben specifico che con il suo ditino mi indicava salendo su e giù dal catalogo nella pagina Matsuzaki appunto. Si soffermò su un modello, con una vite sul perno blu. Il modello era una Vds misura 5 pollici. Di sottecchio io intanto controllavo il prezziario e per poco non mi venne un colpo! Le forbici in questione costavano 730.000 lire! Lorena ste benedette forbici le voleva provare ed io quel lunedì affrontai la mia paura. Andai diretto verso una cassettiera che metteva tramite un vetro in bella mostra qualche modello, non molti a dire il vero, di Matsuzaki, belle, confezionate nelle loro scatole, che cromaticamente diventano più drammatiche con il salire delle stelle, un valore la stella che saliva in modo crescente da una a cinque, connotandone il valore simbolico di prestigio un poco come negli alberghi. Allora la la Vds era una quattro stelle e la scatola era un blu azzurro un poco pastello e raffigurava un maestro giapponese di antica scuola di manifattura artigianale, intento a controllare l’accoppiamento delle due lame cercando di vederne con occhio esperto la luce che ne filtra attraverso, per potere giudicare se il paio di forbici avesse raggiunto la sua giusta “perfezione”, il bacio come lo chiamo io. E sopra la figura di questo antico maestro ,capeggiavano in colore argento quattro stelle ed il nome Matsuzaki.
Chiesi a Mauro di farmele vedere cortesemente e lui un poco recalcitrante(non me ne volere Mauro, ma fu così..) mi porse il modello. Gli chiesi subito se potevo averlo in conto visione perché avevo una cliente che era interessatissima all’acquisto, ma lui per tutta risposta mi disse se ero matto! Si giustificò dicendomi che una volta provate, le forbici, giustamente non erano più un paio di forbici nuove e con guizzo felino me le tolse dalle mani, ripondendole con cura nella cassettiera, al sicuro. Decisi di giocarmi la mia dignità ed il mio orgoglio. Estrassi tutti i soldi che avevo e che mi servivano per compare la merce che avevo in ordine e dunque da consegnare quella settimana e gli dissi, “ok, dammi queste forbici, le compro”. Lui mi guardò sbigottitto, non si aspettava certo che facessi una mossa del genere, ma io in quel momento mi sentii per un solo secondo più forte di lui. Mi ero giocato tutti i soldi, ma come attratto da quell’articolo sino all’altro ieri a me sconosciuto, ipnotizzato dalla loro bellezza e potenza avevo perso completamente di vista ogni più ragionevole motivazione, mi ero in pratica fregato con le mie mani. In quel modo difatti non potei comprare tutte le cose vendute la settimana precedente e l’unico modo che avevo era quello di rifarmi vendendo le forbici a Lorena.
Arrivò presto il martedì mattino e mi presentai subito da lei con le mie splendenti forbici! Lei le provò , per un’oretta. Poi si avvicino a me e mi disse “grazie Luca, belle, molto belle, ma per ora non le acquisto”.
Sprofondai in un baratro nero, in un incubo senza fine, nella disperazione più totale. Smarrito uscii dal negozio, come un cane bastonato, io e la mi scatolina azzurro pastello con le quattro stelline argento ed il maestro giapponese, triste anch’esso pareva.Girovagai per uno, due , tre giorni facendo provare le forbici ad ogni mio cliente sperando assolutamente di rifarmi dei soldi spesi per poterli recuperare e correre a Milano da Sabbadini, ove avrei potuto rimediare acquistando e consegnando gli articoli precedentemente venduti. Ma la risposta che ottenevo era sempre la stessa, lapidaria” Luca!, ste forbici tagliano benissimo, mai usato forbici del genere, quanto costano?” Ed io rispondevo loro che costavano 730.00 lire. Ed ogni volta la stessa scena si ripeteva puntuale:”quantooooooooooo!!!???” e sbam! fuori dal negozio quasi con una pedata nel sedere.
Con il morale a pezzi mi stavo quasi rendendo conto che in fondo il buon Mauro quando mi disse”non sono cose per te (anzi ai tempi mi dava del lei…) aveva tutte le ragioni di questo mondo. A quei prezzi non ero pronto, non avevo esperienza, era come se mi fossi avventurato senza bombole d’ossigeno sull’Everest, un posto dove ci arrivi con la preparazione e con l’esperienza. Io non avevo esperienza di vette così alte, di aria così rarefatta e forse allora non avevo nemmeno la clientela stessa abituata ad un passo del genere. Disperato come un cane randagio, mi ritrovavo a vagare rimestando nella lista dei miei clienti a chi avessi potuto proporre e vendere! quel paio di forbici che ormai odiavo. Mi pareva di vedere beffardo il ghigno malefico di Mauro. E più ci pensavo e più perdevo morale. E più pensavo che con quei soldi spesi male, spesi per orgoglio, spesi perché non mi era andato giù che Mauro non mi considerasse all’altezza, non avrei potuto fare fronte all’acquisto del mio venduto settimanale che poi era davvero la cosa che più mi preoccupava visto che tiravo a campare solo con le vendite che effettuavo di settimana in settimana.
Poi il giovedì di quella maledetta settimana andai da Miryam, lei non era una mia cliente, con lei c’era in pratica solo una vecchia amicizia ma nulla che potesse legarci per motivi di stretto lavoro vedendomi nei suoi confronti un fornitore abituale.
Ripetei la scena, gli feci provare le forbici.
Miryam la provò con attenzione, con bravura e dimestichezza sui capelli biondi di una bella signora. Si volto verso di me e mi chiese semplicemente”quanto?”
Impietrito, risposi: “730.000 lire Miryam”
E lei mi fisso ancora più duramente. Ero pronto ad uscirmene. Conoscendo quel poco Miryam, attenta alle spese e con poca propensione al gettare il cuore oltre l’ostacolo se non che dietro debiti calcoli che hanno poi fatto di lei un impenditrice di buon successo, mi stavo preparando a sentirmi dire “quantoooooooooo!!!!???”
Ed invece lei disse” sette-cento.trenta- mila-lire Luca?”
Ed io: “eh beh si Miryam, sette-cento-trenta-mila-lire”
Lei mi fissò ancora ma stavolta serena, quasi sorridente e mi fece una proposta” se mi fai uno sconticino te la prendo, non ho mai tagliato con forbici di questo livello!”
Ci accordammo per uno sconto di 50.000 lire che giustificai anche dall’uso fatto in quei giorni di prove presso suoi colleghi, pur presentando la forbice integrità completa.
Gliela lasciai subito e notai in lei una soddisfazione che poi divenne nel tempo il mio motivo di vita. Non badai quasi subito al fatto che mi ero “sbarazzato di un peso” ma mi rimase impressa la sua soddisfazione, in modo significativo, incancellabile!