Come se fosse facile fare capire a chi ha fame cosa significhi avere la pancia piena, eh si, eh si.
Beh, la storiella é un poco questa. Non é facile per nulla, occorrono dei distinguo, dei perché, dei percome, dei però.
Stasera vi voglio parlare di forbici, già di forbici. Beh essendo il mio blog rivolto agli amanti delle forbici di alta qualità, in fondo non ci dovrebbe essere nulla di strano no? Allora mettiamola così, non é facile no.
Non é facile uno perché ne sono parte in causa, volente o nolente. Come tale, ho riflettuto molto su questo post, non mi trovo infatti per la prima volta a stenderlo con passione e poi appallottolarlo e gettarlo nel cestino alle mie spalle come si faceva una volta, con una macchina da scrivere ed un foglio di carta. Poi un mattino decidi che basta,che non ne puoi più di sentire cose inesatte, non vere, non corrispondenti ad un minimo di logica.
Cioè ,oggi per esempio, mi é capitato tra le mani un depliant di forbici pseudo giapponesi dal nome improbabile. Non se avete presente quando un italiano si trova all’estero e legge, che so per fare un esempio a Monaco di Baviera, Cappuzzino invece che cappuccino, o pizza Margherrittta, con qualcosa come tre t ripetute? Ecco, se un giapponese oggi avesse letto il depliant che ho letto io oggi avrebbe avuto lo stesso effetto, la stessa sensazione di disagio, di usurpazione di radici, di storia, di tradizione e cultura.
Voglio farvi capire ancora meglio. Un tempo non lontano, i produttori giapponesi di forbici per parrucchieri puramente artigianali, si contavano su una mano. Oggi non basta un pallottoliere. Ogni forbice per parrucchiere riporta il suo bellebuono made in Japan. Ed il parrucchiere, italiano, ma anche europeo, fatica e non poco a venirne a capo. Ed allora mi sono gettato in quel guazzabuglio che é internet e mi sono fatto un poco di ricerca, cosa ne é saltato fuori ha dell’incredibile.
Non che non lo sapessi, per carità, lavoro con forbici professionali per parrucchieri da lasciamo perdere quanto, no quello no, ma volevo dire, okay io lo so, ma voi?
Ma del tipo, fatevi un giro in internet e cercare di capirne no? Okay, non avete tempo. Un po come i miei clienti, tempo poco, e quello che c’è deve essere dedicato alla bottega, giusto, giustissimo. Allora, ci ho pensato io. Ed ecco il risultato. Ho visto pagine e pagine intere di forbici che giuro mi viene da stare male. Ci ho speso un due, tre orette di navigazione e circa dieci minuti fuori sul terrazzo guardandomi città alta e fumandomi avidamente un’ottima Marlboro per sbollire quanto accumulato sul fegato dopo questa mia malsana idea.
Allora, in primis ho avuto conferma che il paese dominante nella produzione di forbici é la Cina, seguita a brevissima distanza dalla Corea e poi un poco più lontano dal Pakistan. Il Giappone poverello é un timido fanalino di coda.
Ciò significa che:
a) le forbici per parrucchieri non sono quasi più prodotte in Giappone, come invece si vuole fare credere
b) la qualità delle forbici é drasticamente scadente non avendo più una manifattura artigianale giapponese
c) le forbici non nipponiche, vengono piazzate sul mercato con abilità commerciale notevole, spacciandole di ottima qualità giapponese e con la conseguenza di mantenere prezzi elevati sul mercato, con profitti altissimi ma con costo di produzione che definire ridicolo è magnanimo
d) la macchina ha preso il sopravvento sull’uomo, infatti posso asserire senza paura di essere smentito che il 90% delle forbici sul mercato sono di scarsissima qualità e sono fabbricate a macchina in Corea, Cina Pakistan e qualche volta anche in Giappone purtroppo, dove esiste una mega fabbrica nel sud del paese, che produce tonnellate di forbici con sistemi automatizzati
e) marchi blasonati e di antica data giapponesi, “firmano” solamente le forbici, la produzione è coreana o cinese e pakistana. Drammatico vero?
Visto che stasera sono in vena di cattiverie dovrei essere anche più esplicito, ma per rispetto al lavoro da me svolto in modo eccellente e per rispetto dei clienti che mi hanno dato fiducia e che mi seguono ancora con la stessa immutata, non farò nomi. Chi saprà intendere non ci metterà molto a capire. La storiella é questa, giusto per andare al sodo.
Anni fa, le forbici per parrucchieri giapponesi, erano in assoluto quanto di meglio un hairstylist potesse desiderare nel corso della sua carriera. Avrebbe firmato un patto con il diavolo pur di possederne una. E quando parlo di tempi or sono parlo anche di prezzi che in quel periodo toccavano cifre con diversi zero ai tempi delle lire. Oggi, le stesse forbici spacciate per made in Japan si smerciano a costi ridicoli, qualcosa tipo anche 100/200€.
Cui prodest? (a chi giova? )
Alle aziende che producono forbici con macchine a controllo numerico.
Si, avete capito bene, forbici fatte a macchina e spacciate per forbici “hand made”. Chi ci rimette?
1) chi le acquista, ovvero l’hairstylist
2) le poche aziende “serie” che operano ancora con lavorazione manuale situate in Giappone e dunque depositarie dell’ hand made in Japan
3) il mercato che viene “drogato” da prezzi non corretti.
Basta, io dico basta a questo scempio!
E pensare che ancora c’é chi mi chiede prove, prove, prove!
Sarebbe sufficiente a volte farsi un bel giretto in internet ed indagare, quasi come se non bastasse avere provato di mano propria la scarsissima qualità delle pseudo forbici “Made in Japan” ed invece prodotte a macchina.
Sveglia! Esigete sempre di conoscere la storia “vera” delle forbici “Made in Japan” che vi vengono proposte in acquisto, provatele, comparatele, cercate di capire se chi ve le propone è una persona del settore con provata esperienza nel campo delle forbici di qualità oppure uno dei tanti cialtroni in circolazione.
Ne va del vostro portafoglio, che di questi periodi va preservato, così come ne va della vostra fiducia di acquirenti, cosa ancor più importante.